Sorveglianza della Mortalità Materna: Progetto Pilota in Regioni del Nord, Centro e Sud Italia
La forte sottostima della mortalità materna ha messo in luce l'urgente necessità di disporre di dati affidabili e di qualità. Alla luce della rilevanza del problema, il Reparto Salute della Donna e dell'Età Evolutiva del CNESPS - ISS ha proposto al Ministero della Salute la realizzazione di un progetto di sorveglianza attiva della mortalità materna da attivare in alcune regioni italiane, fra le quali il Piemonte.
Definire e sperimentare un modello di sorveglianza attiva della mortalità materna in alcune Regioni italiane distribuite sull'intero territorio nazionale e validarne l'efficacia nel produrre rilevazioni affidabili e nel raccogliere le informazioni utili a prevenire i decessi materni, anche attraverso il proseguimento del recordlinkage tra le schede di morte ISTAT e le Schede di Dimissione Ospedaliera.
Per morte materna si intende "la morte delle donne di età compresa tra 15 e i 49 anni compiuti, decedute durante la gravidanza o entro 42 giorni dall'esito di gravidanza (aborto spontaneo, IVG, gravidanza ectopic, parto,) per cause dirette (complicazioni ostetriche della gravidanza, parto e puerperio) o per cause indirette (morte causata da malattie preesistenti o insorte durante la gravidanza, non dovute a cause ostetriche dirette, ma aggravate dagli effetti della gravidanza o dalla sua gestione) o per cause accidentali.
Formazione con corso regionale accreditato dall'ECM. rivolti innanzitutto al personale delle Strutture individuate in base alla possibilità che si verifichi l'evento. A seguito di una morte materna, il personale della struttura nel quale si verifica l'evento ne dà comunicazione alla Direzione Sanitaria di presidio, la quale notifica il decesso all'ISTAT e lo segnala entro 48 ore al referente aziendale del sistema di sorveglianza. I professionisti sanitari che hanno assistito la donna deceduta partecipano a un audit interno secondo la metodologia del Significant Event Audit, durante il quale compilano, in collaborazione con i referenti del sistema di sorveglianza, il modulo M1 in tutte le sezioni.
I dati sensibili della donna, dei professionisti sanitari coinvolti nell'assistenza della donna e della struttura sanitaria in cui è avvenuto il decesso presenti nella documentazione clinica saranno resi anonimi in modo irreversibile dalla Direzione Sanitaria. Il referente regionale del progetto avrà la responsabilità di custodire un codice univoco alfanumerico e la documentazione utile all'indagine confidenziale.
Dal 01/02/2013 al 31 /12/2015.
Il progetto è stato approvato all'unanimità dal Comitato Etico dell'Istituto Superiore di Sanità.
Con riferimento all'autorizzazione generale al trattamento dei dati personali effettuato per scopi di ricerca scientifica - 1° marzo 2012 (GU n.72 del 26 marzo 2012) ci si trova nella condizione di impossibilità di informare gli interessati per motivi tecnico/organizzativi considerata la condizione di deceduti dei soggetti inclusi nello studio, come riportato nel paragrafo 4 del documento del garante.