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Storia Sant'Anna

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Sessant'anni ma non li dimostra: la sede attuale dell'Ospedale S. Anna venne inaugurata il 28 ottobre 1938, a sud di corso Spezia, sul bordo di un vasto terrapieno già digradante verso la sponda sinistra del Po. Un'area allora di estesi prati, ricca di fontanili e piccoli stagni (Millefonti si chia­mava, e si chiama tuttora, il quartiere che vi si è sviluppato), ma che si stava rapida­mente avviando a caratterizzarsi in due direzioni di forte sviluppo: industriale, con l'allora avveniristico stabilimento della Fiat Lingotto completato appena 15 anni prima; e ospe­daliero, con il grande complesso delle Molinette, e poi di altre strutture sino alle ultime di anni recen­ti.

I lavori per la costruzione dell'Ospedale Sant'Anna erano iniziati nel 1930, ma la sua storia era iniziata molto prima e aveva fatto registrare percorsi abbastanza complicati. Il Sant'Anna era stato infatti istituito non con la destinazione speci­fica come la conosciamo oggi, ma con funzioni diverse, più ampie e articolate, assistenziali, socia­li, educative della prima infanzia.

Basti pensare alle varie denominazioni assunte nel corso della sua storia: dapprima Opera delle Partorienti (dalla fondazione al 1800), Ospizio di Maternità (durante l'occupazione francese del Piemonte), Opera di Maternità e Regia Opera di Maternità (fino al 1945) poi di nuovo, per pochi anni, Opera di maternità ed infine Ospedale Sant'Anna. Tutte queste denominazioni vennero utilizzate nell'arco di 270 anni, che è l'età attuale dell'Ospedale.

Fu infatti nel 1728 che Re Vittorio Amedeo II, con l'impegno attivo della municipalità torinese, istituì il primo reparto per partorienti e la prima scuola di Ostetricia presso l'Ospedale Maggiore di S. Giovanni Battista della Città di Torino allora ancora ospitato nella sede storica del palazzo castellamontiano di via Giolitti.

Nella prima metà del '700 la popolazione tori­nese era cresciuta da 44.000 abitanti a 60-70.000 abitanti e poteva contare su 3 ospedali: S. Giovanni, San Maurizio e della Carità. Vittorio Amedeo II, in data 6 maggio 1728 ordinava di aprire nell'Ospe­dale San Giovanni un reparto per donne parto­rienti sia sposate che ragazze madri nella convin­zione che l'iniziativa si sarebbe dimostrata "opera molto utile per evitare frequenti infanticidi, dar luogo sicuro alle figlie che mancassero, e per ammaestrare donne piemontesi alla professione di levatrici".

I letti per le partorienti erano 8, saliti successi­vamente a 12 e poi a 20, sistemati nei pressi del­l'infermeria. Nell'ospedale venne istituita anche una scuola di ostetricia. Con la dominazione dei Francesi, fu decisa la separazione tra l'Ospedale S. Giovanni e l'Opera delle Partorienti che con decreto 23.1.1801 prese il nome di "Ospizio di maternità".

Venne scelta anche la nuova sede nel Monastero delle canonichesse Lateranensi detto di S. Croce. Ma l'Ospizio di Maternità rimase soltanto un anno nell'ex Monastero di S. Croce, in piazza Carlo Emanuele. In quella sede rimase soltanto un anno poi venne trasferito nel Convento dei Padri Trinitari Scalzi, detto di S. Michele, e vi restò per 130 anni cioè fino al trasferimento nell'attuale sede. Nel 1815 venne cambiato il titolo di Ospizio di Maternità in Opera di Maternità e con Decreto Reale (18 luglio 1815) l'amministrazione dell'Opera di Maternità acquistò la sua piena auto­nomia.

II 15 ottobre 1822 venne istituito il primo Reparto Pensionanti ed il Servizio degli Esposti. Nel periodo storico che si estende dal 1830 al 1880,
l'Opera di Maternità subì la più profonda trasformazione, specie per quanto si riferisce al suo scopo principale di servire all'insegnamento dell'Ostetricia, ma ci fu qualche polemica per la separazione (1863) dei corsi tra studenti in medicina ed allieve ostetriche. Grosso problema, dibattuto in quegli anni, fu l'introduzione della Ginecologia. Nel 1883 vennero concessi a titolo sperimentale, a spese del Governo, sei letti per l'insegnamento ginecologico, a patto che venisse modificato lo Statuto organico dell'Opera nel senso che là dove si diceva "l'Opera ha per scopo di coadiuvare lo studio della Clinica Ostetrica si aggiungessero le parole " e ginecologica".

Non ci sono notizie precise sui primi decenni di vita dell'Opera delle Partorienti, si ricorda l'au­mento progressivo dei letti da 6 a 12 e poi a 45 verso il 1790 con 299 ricoverate, quindi a 70 con 400 partorienti nel 1800 e 490 nel 1831, mentre nel 1865 salirono a 150-175 con una media di ricove­rate di 850.

Si calcola, per gli anni dal 1874 al 1884, una presenza giornaliera media di 60 ricoverate, mentre la mortalità, dal 5% iniziale sale al 10% negli anni 1877-78 e poi scende gradatamente fino al 2%.Tale si man­terrà con piccole oscil­lazioni anche negli anni seguenti. Ma torniamo alla storia recente.

L'Opera di Maternità alla fine della guerra mondiale aveva cambia­to la propria denomina­zione in Ospedale Ostetrico e Ginecologico S. Anna in ossequio al Decreto del Presidente della Repubblica del 12.5.1953. La storia degli ultimi trent'anni è nota: la "cicogna" continua ad arrivare nell'Ospedale di Corso Spezia e, grazie anche alla immigrazione, il numero dei bambini nati al Sant'Anna è andato via via aumentando fino a rag­giungere numeri elevati negli anni settanta. Quasi ventimila nati nel 1970, qualche migliaio in meno negli anni successivi.

Anni del boom, si diceva, delle nascite che si sono dimezzate soltanto negli anni ottanta. Intanto il Sant'Anna era diventato un ospedale ad alta specializzazione ostetrico-ginecologico nel­l'ambito dei Paesi Europei. E dal 1 gennaio 1995 l'Ospedale Infantile Regina Margherita e l'Ospedale Ostetrico Ginecologico S. Anna sono stati riuniti in un'unica Azienda Ospedaliera, riconosciuta a livel­lo nazionale. Nell'Azienda si cura la salute della donna relativamente alla sfera riproduttiva e ses­suale, ma si segue anche la maternità in tutti i suoi aspetti sanitari.

Dalla cura del neonato alla risoluzione dei pro­blemi di salute del bambino, seguito dalla nascita all'adolescenza.
I due presidi dell'Azienda, convenzionati con l'Università, forniscono prestazioni di alta specia­lizzazione nel campo della diagnosi e della cura.Insieme gestiscono programmi avanzati di prevenzione e di riabilitazione e svolgono attività di didattica e di ricerca.
Sono Polo di rife­rimento per la popo­lazione dell'area me­tropolitana torinese, dell'area regionale piemontese e dell'in­tera area nazionale.
L'Ospedale Oste­trico Ginecologico Sant'Anna è polo di riferimento regio­nale per la diagnosi prenatale, il parto normale e a rischio, per le malattie della donna e per i problemi della coppia. L'attività sanitaria è stata riorganizzata in Dipartimenti attraverso una scelta congruente di aggregazione dei reparti e dei servizi ospedalieri e universitari, secondo le dispo­sizioni regionali e nazionali. La realizzazione dei Dipartimenti favorisce fondamentalmente il conse­guimento di importanti risultati, attraverso la razionalizzazione delle risorse, umani e strutturali e il miglioramento della qualità tecnica degli inter­venti e delle quantità di ricerca, conseguente al coinvolgimento di operatori presenti nello stesso dipartimento. Al Sant'Anna, alla vigilia del terzo Millennio, è già futuro.

 
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